Appena spuntò l’alba su Parigi il 21 agosto 1911, Vincenzo Peruggia sollevò un quadro dal muro e sgattaiolò giù per le scale sul retro del Louvre. Era vicino alla libertà, l’uscita era proprio davanti a lui ma si ritrovò di fronte a un duplice problema: la porta era chiusa a chiave e dei passi si avvicinavano. Sotto il braccio di Peruggia c’era infilata la Monna Lisa di Leonardo da Vinci. È senza dubbio il quadro più famoso del mondo oggigiorno. Ma come ha raggiunto questo suo status?
Si pensa che Leonardo abbia iniziato il ritratto nel 1503 su richiesta di un uomo d’affari fiorentino che voleva un ritratto di sua moglie, Lisa Gherardini. Leonardo continuò a lavorare sul dipinto per più di 10 anni, ma rimase incompiuto al momento della sua morte.
Durante la sua vita, Leonardo ha condotto studi rivoluzionari sull’ottica umana, che lo portarono ad essere un pioniere di alcune tecniche artistiche. Alcune di esse possono esser viste nella Monna Lisa. Usando la “prospettiva aerea”, ha reso immagini distanti maggiormente sfuocate, dando l’illusione della profondità E con la tecnica dello “sfumato”, ha creato sottili gradazioni tra i colori che ammorbidivano i bordi delle forme che dipingeva.
Tutto questo è sorprendente, ma è abbastanza per rendere la “Monna Lisa” il quadro più famoso del mondo? Molti studiosi lo considerano un notevole ritratto rinascimentale, ma uno fra tanti. E la storia è piena di grandi dipinti. Infatti, la Monna Lisa ascese alla fama mondiale grazie soprattutto a fattori “al di là della tela”.
Il Re Francesco I di Francia acquistò il dipinto e cominciò a mostrarlo dopo la morte di Leonardo. In seguito, nel 1550, lo studioso italiano Giorgio Vasari pubblicò una famosa biografia sugli artisti italiani del Rinascimento, includendo anche Leonardo. Il libro fu tradotto e ampiamente diffuso, e conteneva una descrizione entusiasmante della Monna Lisa come un’imitazione ipnotica della vita.
Negli anni, la Monna Lisa è diventata uno dei pezzi più invidiabili nella Collezione Reale Francese. Fu appeso nella camera da letto di Napoleone e in seguito fu esposto in pubblico al Museo del Louvre. Lì i visitatori accorrevano per vedere i tesori una volta privati dell’aristocrazia destituita.
Durante l’800, una serie di studiosi europei esaltarono ulteriormente la Monna Lisa, concentrandosi in modo approfondito sul fascino del soggetto. Nel 1854, Alfred Dumesnil disse che il sorriso della Monna Lisa rivelava un’“attrazione infida”. Un anno dopo, Théophile Gautier scrisse delle sue “labbra beffarde” e dello “sguardo che promette piaceri ignoti”. E nel 1869, Walter Pater descrisse la Monna Lisa come l’incarnazione della bellezza femminile senza tempo.
Nel 20° secolo, il ritratto divenne un pezzo iconico in uno dei Musei più famosi al mondo. Ma la “Monna Lisa” non era ancora un nome familiare. Fu la rapina di Peruggia del 1911 che la aiutò a raggiungere una fama senza precedenti.
Ricevendo l’incarico di fare custodie protettive per il Louvre, non era del tutto impensabile che Peruggia rimanesse chiuso nel museo. E, per sua fortuna, quando un operaio lo incontrò nella tromba delle scale, semplicemente aiutò Peruggia ad aprire la porta, lasciandolo uscire di buon mattino. Il furto fece notizia a livello internazionale. La gente si riuniva per vedere lo spazio vuoto lasciato dalla Monna Lisa. La polizia interrogò Peruggia poiché aveva lavorato al Louvre, ma non lo considerarono mai un sospettato. Nel frattempo, interrogarono Pablo Picasso per la sua correlazione a un precedente furto al Louvre, ma alla fine lo lasciarono andare.
Per due anni, Peruggia ha conservato il dipinto in una valigia a doppio fondo, poi contrabbandò la Monna Lisa in Italia e riuscì a venderla a un mercante d’arte fiorentino. Peruggia si considerava un patriota italiano nel far ritornare l’opera di un vecchio Maestro. Ma invece di essere celebrato come tale, fu immediatamente arrestato. Con il mistero risolto, la Monna Lisa tornò a esser mostrata alle grandi folle e i giornali descrissero questa storia come un giro trionfale.
Nei decenni successivi, l’artista concettuale Marcel Duchamp la derise; I ladri d’arte nazisti la inseguivano; Nat King Cole cantò di lei; e i visitatori del museo brandendo pietre, vernice, acido e tazze da tè la attaccarono. Più di 500 anni dopo la sua creazione (con sopracciglia e ciglia sbiadite col tempo) la Monna Lisa è protetta da una custodia antiproiettile e antisismica. Forse, ora sarà meno considerata come ritratto rinascimentale esemplare e più una testimonianza di come si crea e si conserva la celebrità.