Ogni menzogna, per quanto il suo oggetto sia di natura obiettiva, induce essenzialmente in errore sul soggetto che mente, poiché fa sì che il bugiardo nasconda all’altro la vera rappresentazione in suo possesso. La specifica natura della menzogna non nasce dal fatto che la persona ingannata si fa un’idea sbagliata della cosa (questo la equiparerebbe a un semplice errore), ma dal fatto che viene mantenuta in errore sull’intima opinione della persona che mente. Veridicità e menzogna sono quindi della massima importanza per i rapporti interpersonali.
Le strutture sociologiche si differenziano fra loro nel modo più caratteristico per la quantità di menzogne che vi vengono attivate. In primo luogo nei rapporti molto semplici la menzogna è moto più innocua per la sussistenza del gruppo che non nei rapporti più complicati. L’uomo primitivo, che vive all’interno di un ambiente ristretto il quale soddisfa le sue esigenze con la propria produzione o con la cooperazione diretta, che riduce i propri interessi intellettuali alle proprie esperienze o alla tradizione unilineare, ha una panoramica e un controllo più facili e più completi sulla propria esistenza che non l’individuo appartenente a una cultura superiore. [....]
La nostra esistenza moderna si fonda molto più di quanto si creda - dall’economia che si trasforma sempre più in economia fondata sul credito, alla scienza in cui la maggioranza dei ricercatori deve avvalersi di innumerevoli altrui che non possono essere direttamente controllati - sulla fiducia nella sincerità degli altri. Noi basiamo le nostre più importanti decisioni su un complicato sistema di rappresentazioni, la maggior parte delle quali presuppone che ci si fidi di non essere ingannati.
Ne consegue che nelle relazioni moderne la menzogna diventa qualcosa di molto più catastrofico, che mette molto più in questione i fondamenti della vita, di quanto non avvenisse prima. Se ancora oggi tra noi la menzogna sembrasse un peccato assolutamente veniale come lo era per gli dei greci, i patriarchi ebrei o gli insulani dei mari del Sud, se la suprema severità del comandamento morale non tenesse lontani da essa, la strutturazione della vita moderna che è un’”economia creditizia” in senso molto più ampio di quello economico sarebbe completamente impossibile.
Questo rapporto di epoche si ripropone nelle distanze esistenti in altre dimensioni. Quanto più i terzi sono lontani dal nucleo della nostra personalità tanto più facilmente siamo in grado di rassegnarci praticamente, ma anche intimamente, alla loro insincerità; quando però ci ingannano quelle due o tre persone che ci sono più prossime, la vita diventa insopportabile.
Eppure a questa banalità deve venir dato rilievo sociologico perché rivela che la quantità di sincerità e di menzogna compatibile con l’esistenza dei rapporti forma una scala da cui si può dedurre l’intensità dei rapporti stessi.” (Georg Simmel, “Il segreto e la società segreta”)