Che cosa fa nascere un movimento d'opinione?
Secondo il parere dei più, un ideale, o un'idea, o un interesse collettivo. Napoleone Bonaparte non la pensava così, se è vero che istituì un organismo di stampa e propaganda che chiamò, con felice intuizione, Bureau de l'Opinion Publique, il cui scopo era, né più né meno, quello di “ fabbricare movimenti di opinione”.
Il ragionamento era rozzo, ma non banale: In uno Stato autoritario, settori dell'opinione pubblica potevano essere inquadrati e indirizzati dall'alto per influenzare, o intimidire, altre parti della società.
Poco meno di un paio di secoli dopo, l'idea di dar vita ad eventi pubblici collettivi costruendo una sorta di simulazione della politica e della realtà si affermò non più nelle dittature, ma nei sistemi democratici. Gli strumenti da usare, in questo caso, non sarebbero stati evidentemente di tipo coercitivo; ci si sarebbe serviti essenzialmente di due grandi canali: i finanziamenti e l'informazione.
Il concetto – con particolare riferimento alla propaganda economica - fu sviluppato all'alba degli anni Cinquanta con grande chiarezza, in una serie di saggi sulle pubbliche relazioni raccolti da Edward L. Bernays nel volume “ The Engineering of Consense”, l'Ingegneria del Consenso: " Si è usi spendere, purtroppo, un numero assai maggiore di milioni per rendere popolare un prodotto che per suscitare un movimento di opinione favorevole nei confronti dell'industria che lo crea … “
Le nuove tecniche di ingegneria del consenso, che altri hanno definito ingegneria delle coscienze, si basavano, e si basano, su un rapporto con i presunti " tre livelli" in cui si manifesta l'adesione dell'individuo.
Sul primo, il più profondo ed insieme elementare, quello degli istinti naturali, gli ingegneri rinunciano ad intervenire.
Il terzo, il più superficiale è volubile, quello cioè in cui si operano le scelte determinati da impulsi momentanei e non razionalizzabili, è il tipico terreno di caccia delle tecniche pubblicitarie - nel caso dell'acquisto di un prodotto -, o propagandistiche - per l'elezione di un candidato: con una sconcertante tendenza, crescente, a confondere propaganda e pubblicità, come se politiche e consumi fossero, in sostanza, la stessa cosa.
Ma è il secondo livello, quello delle idee, delle opzioni di fondo, che più affascina " i manipolatori di anime”. Qui non valgono gli slogan né negli spot, effimeri strumenti che al massimo possono far vincere un elezione, creando un consenso emotivo ma precario.
Qui opera la cultura, intesa come complesso di valori acquisiti dall'educazione, dalle relazioni personali, dalle letture, dallo spettacolo; ma opera, soprattutto, l'informazione. Sono i mattoni dell'Informazione - che nel mondo moderno ha in gran parte ha sostituito l'esperienza diretta e individuale, nella formazione delle scelte e nella creazione per ciascuno dei valori di riferimento - la materia prima dell'ingegneria della coscienza.
Più credibile di una campagna pubblicitaria, più coinvolgente di una frase propagandistica, una notizia - sia pur corrispondente ad un evento costruito ad arte – ha la forza necessaria a costruire il solido edificio del giudizio e del pregiudizio.
L'informazione secondo cui nel Golfo Persico, il Mondo libero aveva di fronte " il terzo o quarto esercito del Mondo" ha conquistato milioni di uomini alla giustezza della guerra contro l'Iraq, molto più che decine di discorsi sui diritti dei popoli e sulla Carta dell'Onu da parte dei Capi di Stato o di governo.
Le immagini, improvvisamente moltiplicate sui teleschermi di tutto il Mondo, dei bimbi morenti per la carestia in Somalia, hanno preparato nel dicembre del 1992 l'improvviso e inutile intervento militare delle Nazioni Unite, molto più sapientemente ed efficacemente che non invettive contro i Signori della guerra africani.
Nella lotta democratica per la conquista del potere, e anche prima per la conquista delle coscienze, ci si è così mossi, nell'era delle comunicazioni di massa, su due piani distinti e convergenti: il news management, vale a dire la fabbricazione di eventi informativi, destinati a colpire nel profondo, e il messaggio pubblicitario, utile ad influenzare emotivamente l'elettrice e l'elettore, degradati dal rango di cittadini a quello di consumatori.
Claudio Fracassi
“ Sotto la Notizia niente – Saggio sull'Informazione planetaria”
Prima edizione novembre 1994