Dopo la foto della bella ragazza su un tram che imbraccia l’AK-47 di cui abbiamo dato notizia qualche tempo fa, ecco spuntare la bambina con fucile tra le mani e lecca-lecca tra le labbra. La foto, ovviamente, ha fatto il giro del mondo ed è stata pubblicata su quasi tutti i giornali. Una foto che i giornali hanno ripreso da Facebook e riguarda una bambina di soli 9 anni. C’è da domandarsi quanto serva una fotografia del genere per far comprendere l’immoralità della guerra. In questo modo la guerra viene banalizzata, quasi fosse un prodotto pubblicitario. Insomma, l’Ucraìna come set cinematografico.
Non diminuisce la portata immorale di quella foto, il fatto che l’abbia scattata il padre della bambina, Oleksii Kyrychenko, e che sia stato lui a postarla su Facebook, anzi, peggiora la situazione. Il padre ha spiegato: «L’ho scattata per richiamare l’attenzione sull’aggressione russa in Ucraìna. Si tratta del mio fucile. Gliel’ho dato solo per fare la foto ed era scarico». Quindi l’ha messa in posa, ha costruito un’immagine per poi postarla su Facebook. Quindi, un falso. Quindi i giornali hanno pubblicato un falso. Cosa c’entra tutto ciò con il giornalismo?
La foto, fra l’altro viola completamente la Carta di Treviso cui tutti i giornalisti debbono rispettare e applicare. I direttori dei giornali che l’hanno pubblicata non hanno adempiuto al loro diritto-dovere di controllo su quello che si pubblica. Che messaggio tramanda una foto del genere? Mentre sofferenza, morte, distruzione si abbattono sulle popolazioni, mentre la vita di centinaia di migliaia di persone è in balìa delle armate militari, che senso ha quella scelta della bambina con in bocca il lecca-lecca? Se non la strumentalizzazione della bambina stessa da parte anche del padre?
Ma bisogna chiedersi un’altra cosa. Cosa è diventato il giornalismo oggi? Perché è diventato così dipendente dai social? Perché essi sono diventati il nuovo e, spesso, unico oracolo per un giornalismo pigro che non controlla più nulla, che pubblica solo quello che è già stato pubblicato dai social? La guerra, certo, è un’operazione violenta e il giornalismo ha il dovere di raccontare la crudezza della guerra. Ma pubblicare una bambina con fucile incorporato e in bocca il lecca-lecca, volgarizza il tutto. Quella fotografia vista da un coetaneo della bambina in Italia, cosa gli comunica, cosa gli trasmette? Sì, certo, c’è la guerra, ma tutto sommato è quasi un gioco considerato che si spara succhiando tranquillamente il lecca-lecca.
I giornali non controllando nulla e pubblicando acriticamente tutto quello che ricevono, rinunciano a compiere un loro preciso dovere. In questo modo le notizie false, le cosiddette fake news la fanno da padrona sulle pagine dei giornali e in televisione e così facendo avremo sempre più un pubblico di lettori disattento che non riesce più a capire cosa è vero e cosa è falso, banalizzando, appunto, il tutto. Quindi avremo, di conseguenza, un pubblico disinformato e succube dei padroni dei giornali.
Fonte: https://www.girodivite.it/Ucraina-la-guerra-come-un-set.html