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SCRIPTA MANENT

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LETTURE SENZA CONFINI


PROFILO DI UN POETA MALEDETTO: TRISTAN CORBIERE

Publié par Angelo Marcotti sur 11 Octobre 2022, 09:03am

Catégories : #Autori sotto la Lente

L'avventura poetica di Tristan Corbière è innanzitutto la tragedia di un uomo che ama con il più profondo dell'anima, e non può invece amare ed essere amato per colpa di un fisico minato e repellente.

Nasce 1845, nel maniero di Coatcongar, presso Morlaix, in Bretagna. Figlio di un capitano di lungo corso, autore di un buon numero di romanzi a sfondo marinaresco, Tristan " soffre" di una passione sviscerata per il mare e per i viaggi che non potrà mai soddisfare perché colpito, dall'età di quindici anni, da violentissimi reumatismi.

Innamorato perdutamente di una donna, la Marcelle delle sue poesie, si abbasserà a dividerla con un altro uomo; gli altri suoi amori femminili saranno in genere di tipo venale, "donne che si comprano con trenta soldi".

La sua vita e le sue poesie sono un violento naufragio di questi tre temi dominanti: passione per il mare, amore per le donne e odio per il suo povero corpo: "Quel rospo là, son io". "Giovane filosofo alla deriva, Ritornato senza mai essere stato, Cuore di poeta mal piantato: Perché volete che viva ?".

Poesia bizzarra, poesia di furore, bestemmia, imprecazione, e rifiuto. Poesia urlata e mai cantata. L'unica opera che ha scritto, Gli amor gialli (Les amours jaunes), e pubblicata a sue spese nel 1873, non trova acquirenti. Ma la cura maniacale con cui ha curato la disposizione grafica delle poesie e la sua sintassi nervosa, spezzata, fanno di lui un singolare precursore di Apollinaire e dei suoi Calligrammi, del dadaismo e del surrealismo. Passa quasi tutta la sua vita a Roscoff, per motivi di salute e di clima.

Ogni tanto, sbarca a Parigi, famelico di vita, donne e poesia. Nel dicembre 1874 viene trovato svenuto nella sua camera di Parigi, in abito da ballo. Trasportato in una clinica, e poi a Morlaix, muore il 1° marzo 1875.

"Poeta prigioniero della sua natura" ha scritto Jean Rousselot nella prefazione alle poesie di Corbière "ma cosciente dei suoi poteri al punto di trovare libertà e nutrimento nella sua stessa prigione; poeta maledetto che si corona della sua maledizione e rovescia quel gigantesco spegnimoccoli che è per lui tutto il creato, Corbière non ha mai finito di esserci maestro".

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