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Ida Laura Pfeiffer nacque a Vienna il 14 ottobre 1797, in una famiglia della borghesia austriaca. Fin da bambina mostrò un temperamento fuori dal comune per l’epoca: amava leggere libri di geografia e di viaggi, si appassionava alle scienze naturali, e si rifiutava di indossare gli abiti femminili imposti dal decoro sociale. Suo padre, commerciante illuminato, incoraggiò per un breve periodo la sua educazione “ da maschio”, permettendole di seguire le lezioni dei fratelli. Ma dopo la morte del padre nel 1806, la madre e i tutori la costrinsero ad adattarsi alle convenzioni femminili.
Nel 1820, a 22 anni, sposò il dottor Mark Anton Pfeiffer, un avvocato viennese molto più anziano di lei e di idee rigidamente conservatrici. Fu un matrimonio privo di felicità, ma da esso nacquero due figli, Alfred e Ida, ai quali la Pfeiffer dedicò i suoi primi decenni di vita. Dopo la separazione dal marito, e con i figli ormai adulti e autonomi, Ida decise di seguire la passione che l’aveva accompagnata fin dall’infanzia: viaggiare e conoscere il mondo.
Il suo primo viaggio importante avvenne nel 1842, quando, a 45 anni, partì per la Terra Santa. Visitò Costantinopoli, Smirne, Beirut, Gerusalemme, Giaffa e Alessandria d’Egitto, in un periodo in cui viaggiare era considerato un affare esclusivamente maschile, e ancor più impensabile per una donna sola e di mezza età.
Il successo del suo libro “Reise einer Wienerin in das Heilige Land” (“Viaggio di una viennese in Terra Santa”, 1844) le diede i mezzi per continuare le esplorazioni. Nel 1845 partì per l’Islanda e la Scandinavia, viaggiando per cinque mesi e documentando usi, costumi e fenomeni naturali come le cascate Dettifoss e le eruzioni vulcaniche. Il suo resoconto, “ Reise nach dem skandinavischen Norden und der Insel Island”, riscosse interesse in ambienti scientifici e fu tradotto in diverse lingue.
Ma la vera impresa cominciò nel 1846, quando iniziò il primo dei suoi due giri del mondo:
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Tra il 1846 e il 1848, Ida visitò Brasile, Cile, Tahiti, Cina e l’India. In Brasile esplorò il Rio delle Amazzoni e raccolse campioni di insetti, piante e minerali per il Museo di Storia Naturale di Vienna.
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Nel 1851, partì per il secondo giro del mondo, toccando Sudafrica, Singapore, Borneo, Sumatra, Australia, Nuova Zelanda, California, e il Sud-est asiatico. In Borneo fu arrestata dalle autorità olandesi come sospetta spia, ma riuscì a dimostrare la propria innocenza.
Nel corso dei suoi viaggi raccolse oltre 20.000 esemplari di piante, insetti e oggetti etnografici, molti dei quali vennero poi acquisiti dal Museo di Storia Naturale di Vienna e dal British Museum.
Nonostante il valore dei suoi contributi, Ida Pfeiffer fu accolta con sufficienza dagli ambienti accademici. Solo nel 1849 divenne membro onorario della Geographical Society di Berlino, ma la Royal Geographical Society di Londra rifiutò di accoglierla, in quanto donna.
Nel 1855, durante una spedizione in Madagascar, si trovò coinvolta in un conflitto politico locale tra la regina Ranavalona I e fazioni contrarie alla sua politica isolazionista. Arrestata ed espulsa dall’isola, Ida contrasse la malaria e tornò a Vienna gravemente debilitata. Morì il 27 ottobre 1858, all’età di 61 anni.
In totale, aveva percorso oltre 240.000 chilometri, quasi sempre senza scorta né protezione, e aveva pubblicato 13 libri di viaggio, tradotti in numerose lingue europee.
Ida Pfeiffer è oggi riconosciuta come una delle prime donne esploratrici e scrittrici di viaggio della storia moderna. Le sue opere rappresentano un raro esempio di narrazione femminile in un campo dominato da uomini. Con una determinazione straordinaria, sfidò i pregiudizi del suo tempo e dimostrò che viaggiare non era un privilegio maschile, ma un diritto umano universale.














