Anche se se ne parla solo da pochi anni, il movimento conosciuto come genderismo viene da lontano e fa parte di un piano più ampio di ingegneria sociale per "rifare" la società. Lo schema base utilizzato è quello della finestra di Overton.
Secondo la finestra di Overton si può cambiare una società dal suo interno semplicemente cambiando gradatamente la percezione che questa ha su un determinato tema.
Questo cambiamento di percezione è dunque indotto da una propaganda, all’inizio impercettibile e poi sempre più manifesta, che prevede sei passaggi:
• inconcepibile (unthinkable)
• estrema (radical)
• accettabile (acceptable)
• ragionevole (sensible)
• diffusa (popular)
• legalizzata (policy)
Secondo questa “tecnica” un’idea considerata oggi “inconcepibile e impronunciabile” (non se ne può nemmeno parlare), diventerà poco alla volta “estrema” (ma non più “inconcepibile” e “impronunciabile”), quindi “accettabile” e così via fino ad arrivare al sesto punto, e cioè “legalizzata” (diventa legge).
Questo vale per il genderismo, l’aborto e qualunque altra cosa altra che ha ridefinito la nostr società negli ultimi decenni. Con la stessa tecnica verranno sdoganate (fino a renderle legali) la pedofilia e anche il cannibalismo. Dietro le quinte, ci stanno già lavorando alacremente.
Senza entrare nello specifico dell’argomento (genderismo o qualunque altro grande tema), è dunque bene avere chiaro in mente che qualunque grande cambiamento della società è sempre avvenuto all’interno ma indotto dall’esterno. Sempre.
Per rimanere al genderismo. Nella prima metà e anche nel dopoguerra del secolo scorso di travestiti praticamente non ce n’erano. A partire dagli anni ‘70 se ne è visto qualcuno, pochi, nei film o nella musica. Poi anche qualcuno tra la gente comune (con i primi che hanno iniziato a trasformare chirurgicamente il proprio corpo per assomigliare al sesso opposto). Oggi viene promosso ormai apertamente dai media ed è anche materia di educazione nelle scuole ed asili.
Da parte degli strateghi del genderismo non c’è solamente la volontà di una mutazione antropologica e di una cancellazione di ciò che è natura, ma anche la finalità di portare avanti questo discorso in un clima di intolleranza e violenza mediatica contro chi manifesta un pensiero critico verso questo processo.
C’è dunque una studiata criminalizzazione di chi si oppone al pensiero unico dilagante. Insomma, chi pensa con la propria testa e fuori dal coro subisce un clima da caccia alle streghe con l’appiccicamento di banali etichette quali “omofobo” o “sessista”. Insomma, il biasimo sociale per tutti coloro che si oppongono alla propaganda gender è sempre in agguato. Un po’ come per i no-vax e per chi non scende in piazza per l’Ucraina.
Il movimento gender è anche racchiuso sotto l’acronimo LGBTQIA+ (altre lettere vengono aggiunte man mano che vengono “inventate” nuove identità di genere)
Abbiamo quindi non solo lesbo, gay e bisessuali (ormai tradizionali e quasi passati di moda), ma anche transgender (quando l’identità di genere differisce dal sesso biologico), drag queen (artisti/e che indossano costumi, trucchi, parrucche e accessori molto appariscenti per intrattenere il loro pubblico), queer (termine generico che abbraccia una varietà di preferenze sessuali, orientamenti e abitudini che non rientrano nelle succitate categorie che non sarebbero esaurienti).
C’è poi l’intersessuale – persona i cui cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili), l’asessuale (una persona che non prova attrazione sessuale per gli altri e/o l’interesse o il desiderio sessuale), e così via, in un delirio senza senso che speriamo finisca con la fine delle lettere dell’alfabeto.
il movimento transgender, per chi non lo avesse notato, ha anche affinità evidenti con i temi della maternità surrogata, dell’utero in affitto, degli uteri artificiali, della pedofilia, ecc...
Oggi questa ideologia è ovunque, insegnata nelle scuole e negli asili come da agenda. Gli insegnanti di scuola materna, i pediatri e gli assistenti sociali hanno subito il lavaggio del cervello per crederci, hanno dovuto fare “corsi di aggiornamento” con tanto di punteggio.
Il genderismo è anche promosso dalla moda, dalla musica, dal cinema e anche dai cartoni animati per bambini.
Quando si compilano moduli online, ci sono (negli USA) fino a dieci diverse opzioni per il sesso.
Chi si oppone rischia di vedersi portare via i figli, perché oggi il genderismo è protetto dalla legge (punto 6 della finestra di Overton).
Tenete sempre a mente che tutto viene sempre fatto in maniera progressiva e perlopiù impercettibile (alle masse) e soprattutto per il nostro bene o per i diritti di “qualcuno”.
In California, qualche anno fa, è stata fatta una proposta di legge di vietare di chiamare i genitori mamma e papà ma "genitore 1" e "genitore 2".
Scrivo queste poche righe dalla Florida dove il governatore De Santis (amatissimo) sta cercando di impedire agli insegnanti di diffondere la propaganda trans ai bambini sotto i sei anni (stessa cosa hanno fatto Putin e Orbàn). Ma il CEO della Disney ha contattato Ron De Santis per lamentarsi di questa sua presa di posizione, visto che la Disney vuole spingere materiale sessuale grafico sui bambini piccoli. Disney, così come i social media, i media mainstream, big tech, ecc., è perfettamente allineato e funzionale alla propaganda di costruzione del nuovo mondo.
Il genderismo, per essere chiari, non è una moda passeggera, bensì un attacco all'idea di uomo e donna. È anche un attacco alla famiglia. E’ ovviamente un attacco alla natura ed infine un attacco all'idea stessa di cosa sia un essere umano.
Con questo attacco non si può scendere a compromessi, e non si può nemmeno cercare di essere “comprensivi”. Questo attacco è un'offensiva ideologica diretta all’umanità in quanto tale nei suoi caratteri biologici di uomo e donna.
L'unico modo per cercare di fermarla è dire "No" e non concedere un solo centimetro ai pervertiti malati che la promuovono.