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SCRIPTA MANENT

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LETTURE SENZA CONFINI


LEV TOLSTOJ, LA MORTE DI IVAN ILIC

Publié le 6 Février 2024, 07:41am

Catégories : #Dispense

A parte questa menzogna ( che possa guarire, che non sia ormai moribondo), o in conseguenza di essa, nessuno compassionava Ivan Il'ič come a lui sarebbe piaciuto essere compassionato; e ciò particolarmente gli dava pena. A Ivan Il'ič in certi momenti, dopo lunghe sofferenze, sarebbe oltremodo piaciuto, per quanto fosse vergognoso il riconoscerlo, che qualcuno lo compatisse come un bimbo malato. Gli sarebbe piaciuto che l'avessero accarezzato, baciato, che avessero pianto per lui, come appunto si accarezzano e si consolano i piccini.

Lev Tolstoj, “ La morte di Ivan Il'ič”

La morte di Ivan Il'ič è uno dei capolavori di Lev Tolstoj, lo scrittore russo che ha dato vita a romanzi epici come “ Guerra e pace” e “ Anna Karenina”. In questo breve racconto, Tolstoj affronta il tema universale della morte e del senso della vita, attraverso la vicenda di un uomo comune, un funzionario di tribunale che si ammala e si rende conto di aver sprecato la sua esistenza in una routine vuota e artificiale.

Il racconto si apre con la notizia della morte di Ivan Il'ič, che suscita nei suoi colleghi e conoscenti indifferenza, opportunismo e ipocrisia. Solo il suo vecchio amico Pëtr Ivanovič si reca a casa sua per portare le condoglianze alla vedova, Praskov'ja Fëdorovna, che però si mostra più interessata alla pensione di reversibilità che al dolore per la perdita del marito. Pëtr Ivanovič entra nella camera mortuaria e vede il cadavere di Ivan Il'ič che ha sul volto un'espressione di disapprovazione e di rimprovero.

A questo punto, il racconto fa un salto indietro e ripercorre la vita di Ivan Il'ič, dalla sua infanzia felice e spensierata, ai suoi studi di giurisprudenza, alla sua carriera brillante e in ascesa, al suo matrimonio con Praskov'ja, da cui nascono due figli. Ivan Il'ič si adatta alla vita borghese e convenzionale, seguendo le regole e le mode della società, senza mai interrogarsi sul significato della sua esistenza. Si dedica al suo lavoro con scrupolo e competenza, ma anche con orgoglio e vanità, cercando sempre di ottenere il massimo vantaggio e prestigio. Si allontana dalla moglie, che diventa sempre più acida e lamentosa, e dai figli, che non gli dimostrano affetto e gratitudine. Si rifugia nelle sue abitudini e nei suoi piaceri, come il gioco delle carte e l'arredamento della casa.

Un giorno, mentre sta sistemando una tenda nella sua nuova abitazione, Ivan Il'ič cade da una scala e si ferisce al fianco. Il dolore, dapprima lieve e trascurabile, si aggrava progressivamente e si trasforma in una malattia incurabile, che i medici non sanno diagnosticare né curare. Ivan Il'ič si rende conto che sta morendo e che la sua vita è stata una menzogna, una farsa, una negazione della realtà. Si sente abbandonato e incompreso da tutti, tranne che dal suo servo Gerasim, un giovane contadino che gli presta assistenza e compassione, senza nascondere la verità sulla sua condizione.

Ivan Il'ič passa gli ultimi mesi della sua vita in un'agonia fisica e spirituale, tormentato dal dolore, dalla paura e dal rimorso. Cerca di aggrapparsi alla sua fede religiosa, ma non riesce a trovare conforto né speranza. Si domanda perché deve morire e quale sia il senso della sua vita. Si rende conto che ha vissuto per se stesso, per il suo ego, per il suo interesse, senza mai amare né essere amato veramente. Si rende conto che ha ignorato e disprezzato le cose semplici e autentiche della vita, come la natura, la famiglia, la solidarietà, la gioia.

Nelle sue ultime ore, Ivan Il'ič ha una sorta di epifania, una luce che gli illumina la mente e il cuore. Capisce che la vita vera è quella che si dona agli altri, che si sacrifica per il bene comune, che si esprime in gesti di bontà e di perdono. Capisce che la morte non è la fine, ma il passaggio a una nuova dimensione, dove si realizza la piena comunione con Dio e con gli uomini. Capisce che la sua vita non è stata tutta inutile e sbagliata, ma che ha avuto anche dei momenti di grazia e di verità che gli hanno permesso di crescere e di maturare. Comprende che deve accettare la sua morte con umiltà e con fiducia, senza ribellarsi né disperarsi.

Ivan Il'ič muore con un grido, che è al tempo stesso un'esclamazione di dolore e di liberazione. Il suo volto, dopo la morte, assume un'espressione di pace e di serenità, come se avesse trovato la risposta all'enigma della vita.

La morte di Ivan Il'ič è un racconto profondo e commovente che ci invita a riflettere sulla nostra vita e sulla nostra morte, sulle nostre scelte e sui nostri valori, sul nostro rapporto con noi stessi, con gli altri e con Dio. Tolstoj ci mostra, con uno stile semplice e limpido, la crisi spirituale di un uomo che si confronta con il mistero dell'esistenza e ci propone, con una forza persuasiva e profetica, il suo messaggio di fede e di amore, che è al tempo stesso una denuncia e una speranza.

 

 

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