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Introduzione
Noam Chomsky, linguista, filosofo, scienziato cognitivo e attivista politico di fama mondiale, ha dedicato decenni allo studio dei meccanismi di potere e controllo che plasmano la società moderna.
Uno dei temi centrali del suo pensiero è la propaganda, intesa non come una forma di manipolazione esplicita o rozza, ma come un sistema sottile e pervasivo di influenza che orienta l’opinione pubblica e consolida le strutture di potere esistenti.
Questa “guerra invisibile” per il controllo delle menti non si combatte con le armi, ma con parole, immagini e narrazioni accuratamente costruite per definire ciò che è credibile, accettabile o degno di essere discusso.
Insieme all’economista Edward S. Herman, Chomsky ha elaborato il cosiddetto “modello della propaganda” nel celebre saggio Fabbricare il consenso: l’economia politica dei mass media.
Il modello descrive cinque filtri attraverso i quali le notizie vengono selezionate, modellate e presentate, in modo da riflettere gli interessi delle élite economiche e politiche piuttosto che quelli della collettività.
I cinque filtri sono:
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Dimensioni, proprietà e orientamento al profitto
I media sono perlopiù grandi imprese private, spesso parte di conglomerati economici più vasti. Le loro priorità finanziarie influenzano direttamente le notizie che diffondono e il modo in cui le presentano. -
Dipendenza pubblicitaria
Gli inserzionisti rappresentano la principale fonte di entrate per la maggior parte dei mezzi di comunicazione. Questa dipendenza economica favorisce l’autocensura e induce a privilegiare contenuti che non disturbino gli interessi commerciali. -
Fonti istituzionali
Le redazioni si affidano in larga parte a fonti “ufficiali” — governi, aziende, think tank — che forniscono informazioni preconfezionate e spesso orientate a tutelare i propri interessi. -
Reazioni disciplinanti (“flak”)
Denunce, campagne diffamatorie o pressioni legali possono essere utilizzate come strumenti di intimidazione per scoraggiare una copertura scomoda di certi temi. -
Ideologia dominante
Durante la Guerra Fredda era l’anticomunismo; oggi può assumere la forma dell’“antiterrorismo” o di una generica paura dell’altro. Serve a creare consenso intorno a politiche autoritarie e a marginalizzare le voci critiche.
Per Chomsky, la propaganda non mira tanto a far credere alle persone qualcosa di falso, quanto a limitare lo spettro delle opinioni accettabili.
Essa stabilisce i confini di ciò che è considerato “ragionevole” e “pensabile”, creando un clima di conformismo in cui alcune domande non vengono mai poste e certe prospettive non trovano spazio.
Le principali tecniche usate per ottenere questo risultato includono:
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Framing: scegliere con cura parole e contesto per orientare l’interpretazione degli eventi.
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Omissione: escludere informazioni che metterebbero in discussione la narrazione dominante.
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Ripetizione: reiterare concetti e slogan fino a renderli familiari, quindi credibili.
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Appelli emotivi: sfruttare paura, patriottismo o indignazione per bypassare l’analisi razionale.
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Polarizzazione: costruire un senso di “noi contro loro”, alimentando divisioni interne e ostilità verso il nemico di turno.
Chomsky mostra come questo modello operi concretamente nella copertura di guerre, crisi economiche o politiche interne.
Le notizie vengono spesso presentate in modo da rafforzare le strutture di potere e marginalizzare le voci dissenzienti, offrendo una rappresentazione parziale — e talvolta fuorviante — della realtà.
Di fronte a questo scenario, Chomsky richiama alla responsabilità individuale del pensiero critico.
Solo sviluppando un’autentica alfabetizzazione mediatica possiamo comprendere i meccanismi della manipolazione, mettere in discussione le fonti e cercare prospettive alternative.
“Il modo intelligente per mantenere le persone passive e obbedienti è limitare rigorosamente lo spettro delle opinioni accettabili, ma permettere un dibattito vivace all’interno di tale spettro.”
Questo tipo di consapevolezza non nasce spontaneamente: richiede tempo, curiosità e il coraggio di mettere in dubbio le verità apparenti.
La guerra per la mente è silenziosa ma costante.
Comprendere il funzionamento della propaganda moderna, come Chomsky ci invita a fare, è essenziale per restare cittadini attivi in una società democratica.
Solo mantenendo viva la capacità di analisi e la volontà di confrontarci con idee diverse possiamo sfuggire al ruolo di spettatori passivi e diventare partecipanti consapevoli nella costruzione del sapere e del potere.














