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SCRIPTA MANENT

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LETTURE SENZA CONFINI


LA COMODITA' COME CONTROLLO: L'ATTUALITA' DELLA PROFEZIA DI ALDOUS HUXLEY

Publié par Angelo Marcotti sur 10 Octobre 2025, 07:54am

Catégories : #Società

Introduzione

Immagina un mondo in cui tutti sono sempre felici: niente dolore, niente conflitti, intrattenimento continuo e gratificazione immediata. Allettante, certo. Ma se quell’utopia poggiasse su consenso artificiale, dissenso represso e una lenta erosione della nostra umanità?
Questa è la profezia inquietante di
Aldous Huxley, che oggi risuona con una precisione sorprendente. Abbiamo scambiato la libertà con una gabbia confortevole?

Orwell contro Huxley: due strade verso la distopia

Quando pensiamo al futuro distopico, spesso viene in mente Orwell e il suo 1984: sorveglianza totale, oppressione brutale, verità silenziata. Ma Huxley, con Il mondo nuovo (Brave New World), descrive un’altra via — forse più subdola.
Non un dominio della forza, bensì del
piacere. Non lo stivale che calpesta un volto umano, ma un condizionamento interiore che ci porta a desiderare le nostre catene. Invece di imporre l’obbedienza, la società ci convince che stiamo già vivendo la vita migliore possibile. Quale controllo è più efficace?

Il richiamo del soma e l’illusione della libertà

Nel mondo di Huxley, l’ingegneria sociale è capillare. La droga soma non è solo svago: è uno strumento di controllo. Ansia? Tristezza? Una pillola e tutto torna “a posto”.
Il desiderio di
gratificazione immediata e di fuga dal disagio rende la sua profezia attualissima: lo vediamo nello scorrimento infinito dei social, nel flusso d’intrattenimento senza pausa, nella ricerca instancabile di comodità. Così ci abituiamo a cercare rifugio nel banale, evitando lo sforzo e barattando — poco a poco — la libertà con un piacere effimero.

John il Selvaggio: il diritto a essere infelici

Al centro di Brave New World c’è John il Selvaggio, che rivendica il diritto a provare tutta la gamma delle emozioni, dolore compreso: «Rivendico il diritto di essere infelice».
È una dichiarazione scomoda: qual è il prezzo del comfort costante? Evitando il dolore, sostiene Huxley, finiamo per atrofizzare anche la capacità di
gioia autentica, creatività e legami profondi. In cambio otteniamo un benessere simulato.

Il prezzo del comfort costante

Viviamo un’epoca di accesso illimitato a informazioni e intrattenimento, ma anche di ansia e depressione diffuse. La ricerca di like, follower e approvazioni lampo lascia spesso vuoto e disconnessione. Siamo bombardati dall’idea che dovremmo essere sempre felici e divertiti.
Domande cruciali:

  • Stiamo sacrificando esperienze profonde per piaceri fugaci?

  • Diventiamo insensibili alla sofferenza altrui perché è scomodo riconoscerla?

  • Stiamo perdendo la capacità di pensare criticamente, mettere in discussione l’autorità e resistere alle spinte di controllo?

Il percorso verso la libertà: accettare ciò che è scomodo

Il messaggio di Huxley non è disperato: è un invito all’azione. La libertà richiede vigilanza, coraggio e pratica quotidiana.

  1. Coltiva il pensiero critico: metti in discussione le narrazioni dominanti e anche le tue convinzioni. Cerca fonti e prospettive diverse.

  2. Accetta il disagio: le conversazioni difficili e le sfide forgiano significato e resilienza.

  3. Riconnettiti alla realtà: riduci le distrazioni digitali; esplora la natura, dedica tempo di qualità alle persone care, scegli attività che generano gioia reale, non solo stimoli.

  4. Cura relazioni profonde: privilegia legami autentici rispetto a interazioni superficiali. Allena empatia e compassione.

«Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, ma l’illusione della conoscenza.» – Stephen Hawking
Conclusione

La distopia descritta da Huxley non arriva con sirene e manganelli: arriva come comodità, intrattenimento, assenza di attrito. Riconoscerla significa recuperare lo spazio per scegliere, pensare, sentire. La libertà non è assenza di dolore, ma capacità di stare nella complessità senza cedere alla tentazione dell’anestesia permanente.

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